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Acque, acque: ancora acque. Più salate, quelle del mare, più dolci, quelle interne, del fiume. Questo il paesaggio che si offre allo sguardo dei visitatori quando giungono a Comacchio, nel cuore del Delta del Po.
Acqua come fonte di sostentamento, con le sue valli ricche di anguille. Acqua come strumento di comunicazione commerciale, sociale, politica. Il Delta del Po era infatti la porta a mare della pianura. Un crocevia, uno snodo marittimo di strategica importanza. Ben lo avevano compreso gli Etruschi, stabilendosi in questi luoghi. O più tardi i Romani, che dotarono queste terre di un reticolo di strade consolari. La campagna fotografica di Andrea Samaritani coglie la città in ogni suo aspetto: le attività artigianali, le emergenze architettoniche: i ponti, i canali, le chiese. Dal Ponte dei Trepponti al lungo Loggiato dei Cappuccini; dal Ponte degli Sbirri al canale Pallotta, alla pescheria. Poi la rinascita urbanistica, con l’erezione della nuova Cattedrale e del coevo Ospedale degli Infermi, nel centro storico della città, restituito da poco agli antichi splendori. Le immagini di Andrea Samaritani ci restituiscono la bellezza e l’incanto di una città che suscita il languore del ricordo, seppur con le inevitabili storture di una modernità che si è sovrapposta alla miseria. Ecco sfilare davanti allo sguardo i paesaggi fiammeggianti nel rosso del tramonto, le lattee nebbie invernali, l’assordante strepitio dei fenicotteri nella silenziosa, metafisica “presenza” delle Valli. Commento d’eccezione alle immagini, le parole di viaggiatori e visitatori illustri di oggi e di altri tempi: Giuseppe Ungaretti, Torquato Tasso, di stanza nella corte estense di Ferrara, o Guido Piovene, colpiti dal fascino di Comacchio, dalle sue tinte pastello, dai gesti sempre uguali e antichi dei suoi laboriosi abitanti (...).
Lucia Felletti
pagg. 18-19 Stazione di Pesca Foce
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