Username Password
MERIDIANA IMMAGINI - AGENZIA FOTOGIORNALISTICA

All'epoca del Grand Tour Morandi quattro metri di infinito Ferrovie Secondarie Ferrara. L'ultimo Novecento Indimenticabile Lucio Ricostruiamo Il Passo in più Guercino da Cento a Roma Il Liceo I Primi Cento Borghi e Frazioni in Musica Pergamo L'ultima salita Castelli dell'Emilia-Romagna Gira lo Sport Nicolò e il San Domenico Il Gran Teatro Viaggi Mediterranei Le vie della Vita Manifattura delle Arti Indagini sul Po Libri da mare Il Pianto della Statua Salvatore Amelio La vertigine e l'incanto Da Guercino a Bonzagni Cento e il suo territorio Bambini di Ieri e di Oggi Alessandra Spisni Sfilata d'Amore e Moda Ferrara e il pane Comacchio Vetri d'Autore Alfonso Lombardi Donne Radio Fm Di Ulisse e d'altri viandanti Gli occhi del pubblico Mario Sarto Un racconto fotografico Nicola Zamboni Sara Bolzani I volti del soccorso Festa di Cartapesta Castelli di Parma e Piacenza Romagna Mia Il Giardino Ducale Il Compianto di Fioravanti Bologna cucina con Arte Le terre del Parmigiano A misura di bambino T.Rame d'arte Le terre del Balsamico Emilia-Romagna Il Compianto di Niccolò Ducati e Signorie Interni d'Autore Comacchio Storia e Turismo La regata delle donne Una manciata di coriandoli Adrien allo specchio Percorsi di Pace Il Broker Il Riso La Patata Guide Arte Artisti e Territorio Editrice Fratelli Alinari Centro Etnografico Ferrarese Museo Parmeggiani Chiese
librovita000

Le vie della Vita

un percorso di salute con l'arte

Fotografie di Andrea Samaritani

A cura di: Graziano Campanini, Ivonne Donegani, Filippo Renda

Testi di: Alessandro Bergonzoni, Giovanni Bissoni, Graziano Campanini, Ivonne Donegani, Nanni Garella,
Filippo Renda, Francesco Ripa di Meana, Angelo Giovanni Rossi e Michele Smargiassi

Progetto grafico di Barbara Cuniberti, Kuni Design Strategy

Associazione Arte e Salute Onlus, Pieve di Cento (Bologna), 2009
65 fotografie a colori e b/n, 60 pagine, formato cm 27 x 27

   
"Dopo avere a lungo, come tutti i giovani reporter, fatto proprio il monito celebre di Bob Capa, -Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino-, Andrea Samaritani ha cominciato a dubitarne. Fino ad abbandonarlo del tutto. Adesso si avvicina alle cose, alle persone, con lentezza. Un'attenzione che chiama, come Mario Cresci, -accostamento graduale-. Per la verità lo ha sempre fatto. Oltre vent'anni fa fece un libro, era solo il secondo di ormai duecento, assieme a due psicologi, Andrea Canevaro e Eustachio Loperfido, nel centro diurno per handicappati dell'Usl 27 di Bologna.
Erano già quelle, fotografie senza irruzione. Va detto che l'emarginazione, la segregazione, a volte hanno bisogno di irruenza: erano state irruenti e dure le fotografie basagliane di D'Alessandro, Cerati, Berengo Gardin, perché dovevano rompere un muro. Ma Samaritani venne dopo che il muro era rotto, e si trattava di costruire stanze accoglienti. Edilizie e mentali.
S'è ricordato di quelle immagini in bianco e nero quando ha accettato di collaborare a questo libro, che è la documentazione di un'esperienza teatrale molto intesa di racconto e rappresentazione della malattia. Nel frattempo sono passati vent'anni, e Andrea ha maturato un'idea personale sulla fotografia del mondo: che si tratta sempre di una fotografia di scena. Anche se lui, pur avendone fatta, non ama molto la fotografia di teatro, con la -quarta parete- invisibile ma non oltrepassabile.
Ama il teatro come questo, che si può attraversare, che si confonde col teatro del mondo che abitiamo ogni giorno. La scelta delle armi espressive, dell'ordine del racconto, è venuta da sé. Avvicinamento graduale. (...)
Il fotografo s'avvicina: piano. S'inginocchia, lo intuiamo dalla prospettiva. S'avvicina ancora, piano. Adesso va sui volti: li esplora. Sono immagini, ancora di materia fredda: e Andrea, che il Compianto l'ha studiato a fondo, cerca in loro altre immagini, le pose che conosce, che ha già visto nella creta dell'artista. (...)
Non è stato un reportage, è stato un discorso per immagini e tra immagini. Un gioco di matrioske: persone in carne ed ossa dentro attori, attori dentro statue, statue dentro fotografie, e ritorno: le fotografie rompono le statue, liberano l'attore che svela la persona. Un labirinto. Non si dice forse -il labirinto della mente-? Non è di questo che si occupa la psichiatria? Samaritani immagina, cioè dà immagini a quel labirinto, come i miniaturisti illuminavano i codici sacri. Lo fa senza mostrarci matti con la testa fra le mani. Lo fa da fotografo immaginista, e illuminista".
Michele Smargiassi dall'intervento "La creta s'è fatta carne" pubblicato a pagg. 22-23.

 
   
librovita002
   
librovita003    
librovita004    
librovita006    
librovita007    
librovita001